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Tratto dalla Newsletter N.
110 della Sezione ARI di Milano
Più di una volta vi sarete chiesti perché gli
OM sono una "razza" guardata con sospetto dalla gente normale. Lo so bene
che "normale" è un concetto astratto, ma mettetevi nei panni degli "altri":
molti OM sono degli antisociali, che preferiscono rintanarsi nella penombra
delle loro stazioni piuttosto che condividere un'iniziativa con i loro
simili, con i quali spesso sono anche in competizione.
Dunque, è facile che una persona che ci veda
arrampicati sul tetto, o quindi ci sappia rintanati in casa, abbia una
visione del radioamatore che sta fra l’agente segreto un po’ sfigato e lo
scienziato pazzo e fallito.
La tipologia di questa specie è praticamente
infinita, e riflette il carattere e l’astrazione sociale dei soggetti. Ma
basta un'occhiata alla stazione per capire il tipo di QM che si ha davanti.
Un tavolo perfetto, senza un cavo in giro e
regolarmente spolverato denota l'OM radio-maniaco. E' quello che quando
acquista la radio nuova ripiega i sacchettini dell'imballo, conserva le
scatole e, quando le riconsegna al rivenditore per "darle dentro" gli fa
notare la presenza del nastro adesivo originale e l'assoluta mancanza di
ditate o abrasioni sull'apparato. Si distingue perché quando acquista un
accessorio nuovo, come un rosmetro, impiega 10 ore per metterlo a posto, 10
giorni per provarlo.
La scrivania-groviglio è invece l'emblema
del radio-smanettone. Non importa che tipo di traffico preferisca, il suo
vivere la radio è tutto un fare cavetti; in un anno spende più in connettori
che in radio, spesso ha il saldatore sempre acceso ma anche sempre sporco;
sul pavimento della stanza raccoglie chili di residui di stagno, e
seppellisce gli apparati sotto schemi e interfacce.
Normalmente possiede un cassettone o una
cassapanca piena di "cadaveri", ossia tutti i circuiti terminati o lasciati
a metà, che ha cercato di realizzare da solo. Se è povero innesca un
continuo riciclo dei componenti elettronici, spine, prese eccetera. Ignora
la compatibilità elettromagnetica , o meglio la nega a sé stesso. Non vende
radio usate, perché di ogni apparato sfrutta tutti i componenti e le parti
fino a quando non ha convertito la materia in calore effettuando diverse
fusioni.
La stazione invisibile è propria dell'QM con
moglie comandante, il radio-clandestino. Quando non opera, degli apparati
non si deve vedere nulla; agli ospiti di riguardo la stazione viene celata
quasi ne andasse della dignità personale della consorte; dunque questo OM è
uno specialista dell'occulto. In una mensola 30 x 60 ci fa stare
tutte le bande operative, l’alimentatore è nascosto, e soltanto lui sa come
accenderlo. Non parliamo dei cavi d'antenna: RG 50/20 fino al serramento;
giunta di RG 58 per entrare in casa; giunta di RG 214 per collegare i
wattmetri. Perdita totale 10 db. Guadagno dell'antenna 9. A lui non
interessa collegare in distanza, ma mostrare a tutti che nonostante “LEI”,
la stazione è attiva.
Infine c'è il radio-pascià. Qualcuno dice
che sia un personaggio leggendario, e che in realtà non esista. È un OM che
ha la stazione in una stanza dedicata, magari la mansarda, nella quale la
moglie non entra. Le pareti sono rivestite in legno pregiato, le radio sono
tante, troppe, e sono appoggiate su tappetini orientali da preghiera.
Possiede ogni linea di apparati; non ne ha mai dovuti vendere e ne acquista
sovente di nuovi. Lui non tocca saldatore, non si sporca le mani sul tetto.
C'è chi lavora per lui e lo considera un onore. Non lo si sente mai, ma ha
appesi tutti i diplomi, incorniciati "noce filo oro". Fuma la “pipa di
stazione”; ma nel suo shack nessuno ha mai potuto divertirsi.
Ci sono poi le stazioni mobili: il
radio-maniaco non importa che auto ha, tanto non ha il coraggio di bucare il
tetto, e quindi opera poco in mobile. Ma quando lo fa le prova tutte:
magnetiche, adesive e perfino finte.
Il radio smanettone ha invece un
'automobile-magazzino. Di solito una station-wagon molto sporca, ma con
almeno due prese d'antenna, il PL e il "galletto". Nel baule, ormai
introvabili, è sicuro di avere la bibanda da 2 metri e mezzo con 9 bobine.
Nel cassetto ha stivato invece tutti i cavetti di alimentazione esistenti al
mondo in doppia versione, con polarità normale o invertita. quando si ferma
lascia tutto come si trova, tanto nessun ladro saprebbe trovare l'avviamento
in quel gran casino.
Il radio-clandestino ha nell'automobile il
suo regno. La moglie, che urla appena superati i 50 all'ora non può
intervenire, perché rompe le scatole continuamente ma non guida mai, anche
se il marito lo vorrebbe, per poter parlare in pace.
Possiede l'ultimo tipo di veicolare,
installato perfettamente, tipo depliant della Icom; controlla il ROS ogni
due settimane e nel cassetto ha un Daiwa serie rotonda “465”, ormai
introvabile. L'antenna è multipla, nel senso che ne ha di vario guadagno
secondo il percorso. Ha anche il GPS e l’APRS, oltre all'autoradio
megagalattica e al navigatore. L'unico problema è rappresentato dal
parcheggio non casalingo: prima di abbandonare il veicolo impiega circa 40
minuti per imboscare tutto.
Ed eccoci tornati al radio-pascià: lui in
macchina non parla. Non usa veicolari e portatili perché è abituato alle
prestazioni degli apparati da base. L'automobile è una Porsche, al massimo
una Jaguar o una BMW, ma serie 7 e a benzina, sulla quale l’unica antenna
presente è la "pinna" autoradio-GPS-cellulare". Ci va dalla casa al Golf
Club, dalla casa al porto dove ha una barca; al lago o in montagna. E la
cosa che fa più incazzare i conoscenti è che è sempre perfettamente pulita.
Qualcuno sospetta che la faccia lavare da un alto dirigente
dell'associazione, ma sono leggende....
IW2FHF, Sergio |
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